Libri per un viaggio in Albania
Ecco la selezione dei libri che vi raccomandiamo di leggere prima di un viaggio in Albania

I tamburi nella pioggia – Kadare
XV secolo: i turchi ottomani combattono in Albania una delle più lunghe e sanguinose guerre che la storia registri. Uno sterminato esercito turco assedia la cittadella albanese di Kruja, mentre, sui monti circostanti, si aggira Scanderbeg con i suoi guerriglieri. Decine di migliaia di soldati tentano di scalare a ogni costo i bastioni insanguinati; accorgimenti e astuzie senza fine vengono posti in atto; la storia del comandante in capo è drammaticamente legata alla presa di quelle mura; occorre espugnare la cittadella prima che rimbombino “i tamburi della pioggia”, segnale non solo di un mutamento atmosferico ma anche della fine di ogni speranza di vittoria.

Aprile Spezzato – Kadare
Gjorg vive nel nord dell’Albania, tra montagne e villaggi fermi nel tempo. Quando il fratello viene ucciso da un vicino di casa, la vita del giovane muta radicalmente: secondo l’antico codice del Kanun, Gjorg dovrà uccidere il colpevole dell’omicidio di suo fratello e accettare
di essere poi, di lì a un mese, assassinato a sua volta da chi vorrà vendicarsi di lui. I trenta giorni che Gjorg ha davanti, fino alla metà di aprile, potrebbero essere gli ultimi della sua vita, così decide di fuggire per cercare di viverli il più pienamente possibile.
Nel frattempo una giovane coppia è partita da Tirana in viaggio di nozze: Besun e Diana
vogliono raggiungere gli altopiani settentrionali per studiare le tradizioni e le leggi rimaste intatte dal Medioevo, a dispetto della modernizzazione. Lungo il loro percorso incrociano il cammino del fuggitivo; la sposa, al primo sguardo, si innamora di Gjorg, mutando per sempre il destino dei tre protagonisti.
Tradotto per la prima volta dall’albanese, torna in libreria uno dei romanzi simbolo di Ismail Kadare: un classico senza tempo della letteratura europea.

Il generale dell’armata morta – Kadare
Non a caso, all’inizio e alla fine di questo romanzo, il protagonista paragona se stesso e altri personaggi ad attori di teatro. Tutto il libro, infatti, pare scandito secondo cadenze proprie di diversi generi teatrali. Vent’anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, un generale e un colonnello cappellano dell’esercito italiano ricevono un mandato gravoso e delicato: ritrovare i resti di molti nostri soldati caduti in Albania. La missione si infrange ben presto contro gli scogli di un clima ostile, di una terra impervia, cui si aggiunge la freddezza di un popolo fiero per il quale la guerra sembra essere una condizione di vita. Quando il generale sarà pronto a riportare in patria l’armata morta, si renderà conto di aver esumato, oltre ai poveri resti (ma molti mancano al silenzioso appello), anche diffidenze e rancori antichi, atavici in un popolo diverso per usi, costumi, senso della vita, della morte e dell’onore, che “ha sempre avuto il gusto di uccidere e di farsi uccidere”. Rievocando gli orrori della guerra nel paese delle aquile, Ismail Kadaré costruisce un romanzo di grande intensità, in bilico tra commedia a sfondo macabro e teatro dell’assurdo, narrazione rarefatta e tragedia epica, in cui emergono in tutta la loro crudezza la forza primordiale della violenza che grava sul destino degli uomini e la follia della guerra che unisce vincitori e vinti nella medesima desolazione.

Il Palazzo dei Sogni – Kadare
Discendente da un’illustre famiglia di grandi servitori dello Stato, Mark-Alem Quprili inizia la sua carriera nella più segreta, e al tempo terrificante istituzione che si possa immaginare: un organismo preposto a raccogliere fin nelle più sperdute province i sogni di tutta la popolazione, per poi radunarli, classificarli e interpretarli al fine di isolare una serie di “Sogni-Guida”, suscettibili di annunciare il destino del regime e del suo tiranno. Di questo inferno burocratico, di questa colossale macchina della verità Mark-Alem raggiunge ben presto la vetta gerarchica, scoprendosi padrone di un potere senza limiti ma anche schiavo di una tormentosa ossessione: cosa accadrebbe infatti se un giorno dovesse leggere in qualche sogno anonimo la disgrazia e la condanna della sua stessa famiglia? Scritto e pubblicato in Albania, quando ancora Kadaré non era stato costretto a riparare in Francia, questo romanzo per molti versi profetico ci investe con la potenza di una perfetta metafora, svelandoci l’archetipo di quelle polizie segrete delegate a garantire il perpetuarsi delle tirannie, da quelle più lontane nel tempo a quelle di cui la nostra epoca ha visto la nascita, il rigoglio e finalmente il crollo.